Home News Comunicazione CULTURA, TURISMO, COMUNICAZIONE. UN PIANO PER IL SUD. Intervento di Leonardo Palmisano, presidenza CulTurMedia con delega al Sud

CULTURA, TURISMO, COMUNICAZIONE. UN PIANO PER IL SUD. Intervento di Leonardo Palmisano, presidenza CulTurMedia con delega al Sud

Lo scenario macroeconomico globale premia il passaggio delle economie occidentali dall’industrialismo al post-industrialismo, assecondando vocazioni talvolta compresse dal manifatturiero.

Il Sud Italia è un luogo a forte vocazione turistica e culturale,  dove, pertanto diventa strategico muovere la metà più povera del Paese verso forme sostenibili di economia per la creazione di nuova impresa, nuovo lavoro, nuova società.

Il settore culturale meridionale è fortemente complesso, articolato in universi, pezzi, perfino fratture che non consentono di raccoglierlo nella sua totalità. Appare sempre come un settore sfuggente, anche alle statistiche. Per catturarlo ed offrirne una fotografia di carattere macroregionale è necessario un Osservatorio permanente che rilevi informazioni e le metta a sistema, che rilevi le tendenze di mercato, i fabbisogni occupazionali, le competenze diffuse, i bisogni infrastrutturali espliciti ed impliciti, le forme di sostegno finanziario e di servizi al sistema produttivo in oggetto, l’accessibilità agli stessi. Un Osservatorio che non si limiti a fare il punto dell’esistente, ma che costruisca scenari, proiezioni, indicatori (quali/quantitativi) sul e per il settore.

Quando parliamo di Sud, parliamo di una stratificazione intrecciata di storie e di civiltà, di antropologie e di miti, porta d’Europa e terra del Mediterraneo. Questa stratificazione, di cui ci hanno raccontato scrittori ed intellettuali, non produce ancora valore aggiunto, se non occasionalmente e in modo talvolta incoerente. Abbiamo dei beni posizionali di notevole valenza che è un peccato non erigere le condizioni affinché essi non diventino volano per la costruzione di percorsi turistici ed editoriali integrati sui quali costruire una comunicazione interregionale, anche istituzionale, solidamente ancorata ai territori.

Questo aspetto non è secondario, se pensiamo che gran parte della storia scoperta e sepolta, materia dell’archeologia come di altre discipline, è al Sud. Diventa quindi utile costruire su queste omogeneità delle vedute comuni tra Regioni, Sovrintendenze, Musei e Ministero affinché gli spazi della storia non vivano una competizione al ribasso, ma siano messi nella condizione di condividere percorsi comuni. Ma per sostenere l’attrattività turistica e culturale è necessario investire sulla Scuola, sull’Università e sulla Ricerca, attraverso la costruzione di Ambiti Funzionali dell’Offerta Didattico-Formativa.

Il Sud, in una prospettiva di slancio nell’economia culturale, turistica e della comunicazione, può diventare un Universo Didattico Funzionale alla costruzione di arcipelaghi della conoscenza subordinati a: 1) irrobustire le competenze complesse della futura offerta di lavoro; 2) restituire protagonismo alla domanda di lavoro più innovativa.

L’innalzamento delle competenze deve favorire il passaggio da una economia della creatività fondata sull’associazionismo a una fondata sull’impresa. L’industria creativa deve essere pensata al Sud su un tempo lungo, affinché possa compensare l’emorragia occupazionale del manifatturiero. La chiave di volta degli interventi creativo-industriali dovrà essere la sostenibilità ambientale, che si accompagna sempre più, nel dibattito pubblico meridionale, alla sostenibilità economica.

Il Sud sta cominciando a capire che non si può vivere di sole risorse pubbliche e che le risorse ecologiche non sono inesauribili. Il turismo è sempre più legato ad aspetti discendenti da una solida saldatura tra le due forme suddette di sostenibilità, per questo, se il Sud vuole intercettare filiere turistiche di alta qualità, di più forte disposizione alla spesa consapevole, deve costruire percorsi sostenibili. Serve quindi un investimento nei luoghi della produzione, promozione, fruizione culturale come spazi accessibili.

L’apertura degli spazi come incubatori di idee, in una prospettiva fortemente innovativa (che tenga dentro esperienze che vanno anche nella direzione della robotica, della domotica, ecc.) non può più procedere per isole, ma deve servire a costruire arcipelaghi polifunzionali dove poter, per esempio, dare avvio ai processi messi in atto come Smart City.

La gestione stessa degli spazi può avvenire grazie alla creazione di corsie preferenziali per l’assegnazione di beni confiscati alle mafie alle imprese che operano nel settore. Questo segnalerebbe anche sul piano simbolico un salto di qualità morale di valore nazionale.

LEONARDO PALMISANO
Presidenza CulTurMedia con delega al Sud