Home News Cultura Convegno TeatroCentroCittà: idee e buone pratiche per un teatro come luogo di identità collettiva e di inclusione sociale

Convegno TeatroCentroCittà: idee e buone pratiche per un teatro come luogo di identità collettiva e di inclusione sociale

att00001TeatroCentroCittà è il Convegno che si è svolto lo scorso 17 luglio all’Arena del Sole di Bologna, promosso dalla Compagnia Teatro dell’Argine e da Legacoop Cultura, per parlare di Teatro, Città e Nuovo Pubblico.

Un convegno che ha dato, crediamo, a tutti i partecipanti un’’idea della “passione” particolare che anima oggi tanta parte del Teatro Italiano: una tensione verso la necessità di riaggiornare la funzione sociale del Teatro e la capacità di chi opera professionalmente in questo settore di sapersi relazionare alle comunità locali e alle persone che le vivono con le proprie diversità culturali, sociali, economiche, identitarie.
10505524_1445276889076539_4527574817412012899_n10556321_558702444239567_5905631003109492019_nL’alta percentuale del non pubblico del teatro e, possiamo dire, della cultura in Italia è purtroppo il dato sconsolante da cui partire in questa nuova riflessione: il teatro, nella sua ricerca continua di linguaggi e significati per rappresentare il nostro tempo e la sua complessità e contribuire a dare nuovi strumenti di crescita alle persone, deve poter avvicinare e attrarre tanti pubblici diversi: i non pubblici del Teatro (quasi l’80% in Italia) che non hanno voluto o potuto avvicinarsi ad uno spettacolo e che devono poter incontrare opportunità di fruizione che sappiano coinvolgerli in processi più ampi di aggregazione sociale. Vi è, quindi, un non pubblico molto, troppo ampio, che si tratta di avvicinare al linguaggio del Teatro tramite nuovi strumenti!

Le tante buone pratiche di cui il Convegno ha raccontato le realizzazioni rappresentano una base solida per un lavoro comune; ha fatto vedere come, pur di fronte a momenti come quello attuale, caratterizzati da grandi difficoltà e scarse risorse per la cultura, il Teatro si sforzi di rimettere al centro la sua funzione sociale e i suoi valori di interesse collettivo, le proprie esperienze produttive e le modalità di ricerca e lavoro sul territorio da cui esse traggono alimento.

10502365_558575070918971_818070139349795317_n10556351_558581177585027_6166136902543689201_nLe tante esperienze italiane, animate da valori comuni, tessono un “filo” valoriale e di pratiche teatrali e richiamano nuove opportunità per la crescita di “movimenti”, espressioni di progettualità che percorrono, pur in forme diverse, le stesse direzioni di un teatro di comunità; che investono nella crescita di spazi teatrali, che siano luoghi non solo della produzione culturale, ma, anche, necessariamente, dell’inclusione sociale.

Si tratta, allora, di riempire gli spazi del Teatro di nuovi servizi e di nuove opportunità di incontri tra le persone; di allargarne le funzioni di ascolto, formazione, aggregazione nel territorio secondo modalità sempre più attente ad accogliere e dare voce e strumenti di socializzazione e di crescita culturale, in particolare ai giovani.

E’ necessario che si aprano nuovi spazi delle città e delle loro periferie per questa nuova fase; è necessario che la cultura sia parte della progettazione urbanistica dei prossimi anni e non elemento secondario o di semplice arricchimento estetico, ma momento strategico di una nuova dimensione di città, in cui vi siano tanti centri tra loro connessi e tutti abitati da spazi identitari e di accoglienza e inclusione, nuovi spazi culturali di cui il teatro sia l’anima e il facilitatore, senza abbassare la qualità della ricerca , ma confrontandola e animandola di una più forte e rigorosa capacità di stare dentro e interpretare i nuovi bisogni dei singoli e le nuove paure e le nuove speranze collettive.

Come dare voce ai cittadini nel ripensare agli spazi teatrali e culturali e alla loro funzione? Secondo quali nuove strade ricercare un diretto coinvolgimento delle persone che vivono una comunità rispetto alle scelte di contenuto e di produzione e di nuovi servizi da parte delle realtà cooperative o associative che si impegnano nella gestione con finalità sociali di questi contenitori culturali?

Se è vero che troppe persone, la grande maggioranza, purtroppo, non viva ancora direttamente il Teatro è anche vero che nelle realtà in cui si sono insediati ed hanno operato da anni soggetti imprenditoriali e professionali portatori di progetti e pratiche di innovazione culturale e sociale i risultati positivi ci siano stati: essi rappresentano la conferma di una linea di lavoro concreta ed importante da sostenere anche da parte delle associazioni di imprese cooperative, come Legacoop Cultura, sia a livello di consolidamento imprenditoriale, sia a livello di nuovi spazi di investimento nei prossimi anni da parte di ciò che va ridefinendosi delle linee di intervento nelle politiche culturali pubbliche.

La cooperazione culturale, alla metà degli anni ‘70, ha iniziato un lungo percorso di presenza e investimento sui territori, di connotazione produttiva, di sottolineatura della funzione sociale che in tantissimi anni ha dato straordinaria prova di capacità di costruire nuovi rapporti con il territorio e di formazione di nuovo pubblico: la Compagnia del Teatro dell’Argine fa parte di una generazione più recente che ha saputo riprendere e reinterpretare alcune parole chiave di allora in una lunga stagione di nuove pratiche teatrali sul territorio (a proposito… ancora auguri per i primi 20 anni!).

Il contributo importante dei tanti operatori, organizzatori, critici, artisti, spettatori che hanno voluto partecipare e portare il proprio contributo al Convegno è anche per Legacoop Cultura uno stimolo a proseguire con ulteriori momenti di incontro, nell’opera di pervenire ad un maggiore raccordo progettuale di confronto tra tutti i soggetti portatori di Buone pratiche che condividono questi obbiettivi e rappresenta anche la base per un lavoro di definizione di nuovi progetti di rete tra queste realtà in una nuova indispensabile dimensione europea.
Roberto Calari