Home News Cultura ‘Colosseo, accuse infondate’ è la risposta di Coopculture agli articoli de La Repubblica

‘Colosseo, accuse infondate’ è la risposta di Coopculture agli articoli de La Repubblica

colosseoDi seguito riportiamo la risposta di Coopculture, agli articoli pubblicati i giorni 8 e 9 gennaio sul quotidiano La Repubblica – cronaca di Roma.

I titoli eclatanti (“Colosseo business monumentale….Lo Stato perde milioni”) e gli articoli contenenti accuse tanto gravi quanto sommarie sul nostro operato, presenti i giorni 8 e 9 gennaio sul quotidiano La Repubblica in merito ai servizi aggiuntivi per la Soprintendenza speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma, ci costringono ad una rettifica, ricorrendo a quei canali di comunicazione che abitualmente usiamo solo per informare e avvicinare il pubblico alle visite e alle attività culturali.  Ma è d’obbligo oggi, a tutela della nostra reputazione e della qualità del nostro lavoro, dare una spiegazione ai nostri soci lavoratori, ai nostri tanti partner e a tutti gli stakeholder, rassicurando che, ove necessario, saremo anche pronti a ricorrere alle dovute tutele legali.

Rileviamo innanzitutto un errore nel tema centrale. Non esiste infatti una concessione del solo Colosseo, ma un’unica inscindibile concessione dei servizi per ben nove sedi della Soprintendenza, i cui introiti sono pressoché unicamente quelli del Colosseo mentre i servizi assicurati e i relativi costi, a carico della RTI concessionaria, Coopculture ed Electa, si estendono a tutto il territorio. Di queste informazioni e dei relativi dati, seppure fondamentali alla comprensione degli oneri del concessionario e dei benefici per l’Amministrazione, non si tiene affatto conto.

La prima delle questioni poste riguarda poi la presunta illegittimità della durata della concessione, dal 2007 ad oggi, in assenza di atti formali di rinnovo e di proroga.

Se il primo contratto aveva già una durata consentita di otto anni, il rinnovo relativo al quadriennio 2005 -2009 fu un atto altrettanto legittimo in quanto la Legge Melandri (490/1999, cosiddetto testo Unico) aveva esteso a due i possibili rinnovi delle concessioni ex lege Ronchey, per complessivi totali 12 anni. Ugualmente il regime di proroga attuale, che decorre dal 2009, è legittimato dalla legge n.194 del 30 Novembre 2009 e dai successivi decreti e circolari ministeriali. Nulla di diverso quindi da molte altre importanti concessioni nazionali per le quali, nelle more del completamento delle nuove gare avviate nel 2010, fu disposta la continuità dei servizi in essere. Queste stesse gare, alcune anche già in corso, furono poi annullate nel corso del 2011 e 2012 a causa dei numerosi rilievi delle Autorità di controllo e dei numerosi ricorsi di alcuni privati (non Coopculture e Electa), fino all’ultimo recente annullamento della gara di Pompei per volontà del Ministero, proprio in attesa del nuovo percorso di gare affidato a Consip e annunciato per la prossima primavera.

La seconda questione posta riguarderebbe il mancato rispetto dei termini della concessione da parte del Raggruppamento composto dalle imprese Electa, mandataria, e Coopculture, sottraendo introiti dei servizi all’Amministrazione. Una simile infondata accusa dovemmo già smentirla relativamente agli introiti di biglietteria: in un articolo dello scorso anno, sempre nel medesimo giornale, risultava erroneamente gonfiata dal 14% al 70% la quota degli incassi dei biglietti che l’RTI tratterrebbe a fronte di questo servizio svolto per il Colosseo e per tutti gli altri siti. L’accusa fu facilmente smentita, viste anche le cifre, ma non è bastato.

Oggi invece al centro dell’attenzione sono le Royalties per la Soprintendenza sugli introiti dei servizi aggiuntivi stabilite dalla concessione originaria nella quota del 30,2%, quota, di gran lunga superiore a quelle in essere sul territorio nazionale e puntualmente versata  sul servizio, oggetto della concessione originaria, di vendita di editoria e oggettistica, nonché per le visite speciali successivamente richieste dalla stessa Soprintendenza. L’insieme delle Attività collaterali offerte in gara dal Raggruppamento, alcune a pagamento, come visite guidate e guide acustiche, ma molte altre gratuite, come i guardaroba e i servizi informativi, furono stabilite e regolate in un apposito e distinto articolo dell’atto, e pertanto esenti da Royalties proprio in virtù della loro articolata natura. E queste condizioni sono rimaste immodificate negli atti successivi.

(fonte: www.coopculture.it)